Storia dei terremoti in Italia
104 anni fa il drammatico terremoto e tsunami che rase al suolo Messina e Reggio Calabria
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- Pubblicato 28 Dicembre 2012
Sono le 5:21 di mattina, il buoi è totale ed è una fresca giornata post-natalizia nel Sud Italia, quando la trema inizia a tremare. Si verifica un sisma che cambierà per sempre l'Italia, un sisma destinato tristemente a fare storia come il terremoto più violento mai registrato in Europa negli ultimi secoli, forse più forte del terremoto di Lisbona del 1755.
La scossa di terremoto viene avvertita in Toscana, i sismografi di tutt'Italia la registrano, a Napoli e a Bari la gente si sveglia, in tutta la Puglia e la Campania la gente scende in strada temendo il peggio. Il sisma è di magnitudo 7.5 Richter, il più forte mai registrato in Italia e in Europa, ma raggiunge l'undicesimo grado della scala Mercalli. Epicentro in mare tra Messina e Reggio Calabria. Ovunque si aprono crepe, viene modificata la geografia di vallate e colline, vengono deviati i corsi d'acqua e gravissimi sono i danni alle infrastrutture.
La gente stava dormendo nelle proprie case, quando la scossa li sveglia e inizia ad uccidere: sono trenta secondi di panico, terrore e oblio per decine di migliaia di persone, che muoiono sul colpo, uccisi dai muri da loro stessi costruiti in parte con i risparmi di una vita, in parte con le "rimesse" di denaro giunte dai parenti emigrati negli Stati Uniti.
Le persone che riescono a salvarsi fuggono in strada, si recano lungo piazze, vie, mercati ed edifici pubblici, alcuni si avvicinano ai lungomari calabresi e siciliani, non sapendo di cosa li avrebbe aspettati. Si inizia una prima conta dei danni, si inizia frettolosamente a scavare per estrarre dalle macerie qualche familiare prima che sia troppo tardi, ma alle ore 5:30 un devastante tsunami (il più forte mai osservato nel bacino mediterraneo) si abbatte su tutte le coste, portando in cielo altri 60.000 italiani, povera ed onesta gente che si è trovata al centro di una calamità naturale troppo sconvolgente per tutti, ma amaramente ricordata fino ad oggi.
Messina, che allora contava ben 140.000 abitanti, è completamente rasa al suolo. Le onde raggiungono un'altezza di 6 metri, ma il grosso del maremoto colpisce la zona tra Taormina e Acireale, qui le onde infatti raggiungono gli 11 metri di altezza, ma non rimane niente delle abitazioni dei pescatori in riva al mare.
Messina e Reggio sono isolate. Telefono, telegrafo e radiotelegrafia interrotti. Interrotte tutte le linee ferroviarie a causa delle frane e del crollo delle gallerie, è un disastro senza precedenti.
«È impossibile descrivere l'orrore in tutta la sua tragica grandezza: pressoché tutta la fiorente città era ridotta a un cumulo di macerie; e in mezzo a tanta rovina, come giganteschi e sinistri scheletri, restavano in piedi le mura del Municipio e del Grand Hotel Trinacria diroccate esse pure» (dal racconto dei marinai della torpediniera Saffo, che prestò servizi agli abitanti tratti in salvo dopo la doppia calamità.
Messina, specialmente nella parte guardante il mare, ha avuto danni enormi, irreparabili. Palazzi tra i più belli, solide chiese e teatri hanno ceduto più o meno completamente all'urto formidabile della scossa ondulatoria e sussultoria.
Le macerie si accumulano in terra travolgendo quanti non furono svelti e fortunati nella fuga. È superfluo dire che lo spavento e la costernazione raggiunsero tragiche proporzioni.
Molti malviventi riuniti in squadre scorrazzano la città fra le macerie rubando e depredando dove possono. Tra le disgrazie va segnalato lo scoppio del gazometro, che ha fatto sviluppare un terribile incendio alimentato da un vento furioso
La squadra navale russa del Baltico, con i cadetti dell'accademia in viaggio di istruzione nel Mediterraneo, è all'ancora ad Augusta. L'ammiraglio Litvinov, che la comanda, dà ordine ai marinai delle due corazzate, dei due incrociatori e delle due cannoniere di prepararsi a partire per Messina, devastata dal terribile terremoto. Segue poi l'aiuto dei marinai inglesi.
Cominciano poi le lunghe edizioni straordinarie dei giornali, che vengono letteralmente strappati di mano dai giornalisti. L'atmosfera festosa post-natalizia diviene lugubre, i treni vengono presi d'assalto e il primo ministro Giovanni Giolitti convoca nel cuore della notte una riunione straordinaria del gabinetto.
Immagini di una Messina totalmente devastata.
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