Didattica circolazione atmosferica
Corrente a getto polare e ciclogenesi
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- Categoria: Didattica circolazione atmosferica
- Pubblicato 12 Dicembre 2014
- Scritto da Emanuele
Le correnti a getto assumono dei massimi di velocità lungo il loro percorso alternati a delle zone con velocità meno elevate. Di conseguenza, si avrà un'accelerazione dell'aria che entra nella zona di massima velocità e una decelerazione dell'aria che ne esce.
Come avrete potuto ben capire da questa breve introduzione l'aria non fluisce con velocità costante , di conseguenza viene a crearsi un'area di divergenza dove l'aria comincia ad accelerare ed un'altra di convergenza dove decelera.
In una corrente a getto, bisogna tenere conto anche del flusso d'aria che, in una corrente di velocità uniforme , provoca divergenza dove le linee si separano e convergenza dove confluiscono.
Intorno al massimo di velocità di una corrente a getto sono presenti quindi, sia l'effetto dell' accelerazione-decelerazione che della confluenza-diffluenza delle linee di flusso. Proprio questi ultimi due effetti enunciati, se combinati sono responsabili della convergenza e della divergenza che si riscontra in prossimità dei massimi di velocità del getto.
Nella figura che potete osservare qui sopra, nella parte anteriore sinistra di un massimo di velocità del vento l'effetto di separazione delle linee di flusso supera l'effetto di decelerazione. In questo caso avremo una zona di divergenza.
Nella parte anteriore destra, l'aria decelera e si ammassa tanto velocemete che l'alargamento delle linee di flusso non è sufficiente per farla defluire. Si crea così una zona di convergenza di massa.
Nella parte posteriore al massimo di velocità, in analogia con quanto si è visto per la parte anteriore si produce convergenza sul lato sinistro e divergenza su quello destro.
Tutti questi processi, dinamici che si esplicano nell'alta troposfera hanno come conseguenza al suolo, la formazione di massimi e minimi di pressione. Una zona di convergenza in quota produce lo svuotamento di una colonna d'aria e un minimo di pressione al suolo con conseguente formazione di una zona di convergenza ; la presenza di una convergenza in quota provoca un'alta pressione al suolo e quindi una zona di divergenza all'altezza della superficie terrestre.
Pertanto, accadrà che :
Al suolo l'aria si dirigerà verso il centro di bassa pressione per colmarlo, la rotazione terrestre però devierà il moto verso destra cercando così di renderlo geostrofico, ma , poichè in prossimità del suolo agirà anche la forza di attrito il moto assumerà caratteristica spiraliforme. Le isoterme a questo punto si stringeranno e riusciranno ad assumere una configurazione ad onde. Il moto dell'aria è capace di provocare un avanzamento dell'aria fredda che si incunea sotto l'aria calda nel lato Ovest dell'onda, mentre sul lato Est l'aria fredda retrocede permettendo all'aria calda che avanza più velocemente di scorrere su di essa con un lento moto ascensionale.
Viene così ad innescarsi una tipica onda ciclonica con i relativi fronti "freddo" o "caldo" le cui fasi evolutive continuano ad essere queslle descritte dalla scuola norvegese.
In generale si può affermare che le correnti a getto scorrono parallelamente ai fronti al suolo al di sopra della massa d'aria fredda, ad eccezione dei sistemi occlusi che vengono attraversati ortogonalmente a Nord dal settore caldo.
Emanuele Valeri
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