Didattica
Il LAKES EFFECTS SNOW, l'origine dei furiosi BLIZZARDS che seppelliscono di neve il nord degli USA
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- Categoria: Didattica
- Pubblicato 20 Novembre 2014
- Scritto da Daniele Ingemi
Con il calo di latitudine del “lobo canadese” del vortice polare, e le erezioni, verso latitudini polari, dell’anticiclone delle Aleutine (il collega dell’azzorriano sul nord Pacifico), sugli Stati Uniti settentrionali iniziano a piombare le prime vere ondate di gelo della stagione invernale. Con l’avvento del gelo, dall’Artico canadese, si apre anche la stagione delle spettacolari nevicate da “lakes effects” sulla regione dei Grandi Laghi.
Solo ad inizio settimana una fortissima nevicata da “lake effect” in un solo giorno ha sepolto di neve la città di Buffalo, riversando in meno di 24 ore ben oltre 1 metro di neve fresca. Il fenomeno del “Lakes effects snow”, caratteristico del nord degli USA, si produce ogni qual volta una massa d’aria gelida in quota, di origini artiche (ossia originatasi sulla Calotta polare), scivolando verso il Canada e il nord degli States tende a scorrere sopra la più mite superficie dei grandi bacini lacustri nord-americani, le cui temperature superficiali rimangono piuttosto elevate anche nel cuore della stagione invernale.
I forti contrasti termici che si originano sopra la più calda superficie lacustre creano un fortissimo “gradiente termico verticale” (notevoli differenze termiche fra alta e bassa troposfera), che agevola l’innesco di una forte attività convettiva, favorendo la formazione di imponenti annuvolamenti cumuliformi (cumuli in rapida crescita e cumulonembi) in grado di apportare precipitazioni diffuse, che assumono carattere di rovescio o temporale nevoso se i contrasti termici sono molto forti.
L’insorgenza dell’instabilità convettiva e della nuvolosità cumuliforme viene spiegata dal fatto che a contatto con la più mite superficie marina la massa d’aria gelida, di lontane origini artiche canadesi, si riscalda e si carica di umidità negli strati più bassi, diventando molto instabile al proprio interno e determinando la rapida formazione delle nubi cumuliformi (cumulonembi in aria fredda) che vengono spinte dai venti dominanti verso le rispettive aree costiere sopravento, dove danno la stura a persistenti precipitazioni, che assumono prevalente carattere nevoso fino alle coste, visto lo scivolamento di masse d’aria molto fredde, che mantengono le loro originali caratteristiche gelide in quota.
Condizione quest’ultima che rende la massa d’aria molto instabile, facendo scoppiare la convenzione al proprio interno. A causa della formazione di bande nuvolose cumuliformi le precipitazioni diventano molto intense e persistenti lungo le zone sopravento, favorendo accumuli di neve molto abbondanti, che alle volte, nei casi estremi, possono superare il metro di altezza.
Oltre a Buffalo, le altre grandi città americane esposte al fenomeno del “lakes effects” sono Cleveland, Detroit e Chicago. Quest’ultima subisce il “lake effect” solo quando sul lago Michigan scorrono gelidi venti da NE che si caricano di umidità, raggiungendo la “Windy City” con un carico di nuvoloni cumuliformi carichi di rovesci e temporali di neve.
Daniele Ingemi
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