Climoscurati: il "climapensiero libero"
Riscaldamento globale: proiezione IPCC errata, il trend è al ribasso
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- Pubblicato 14 Marzo 2012
- Scritto da Vincenzo Ficco
In questo editoriale vi propongo un articolo interessante preso dal sito Climate Monitor che recita: negli ormai quasi cinque anni di attività di Climatemonitor, abbiamo pubblicato parecchi post sull’attività di ricerca di Nicola Scafetta. Alcuni a sua firma, altri, la maggior parte, in forma di commento delle sue pubblicazioni. Il commento più recente riguarda naturalmente il suo ultimo lavoro: Testing an astronomically based decadal-scale empirical harmonic climate model versus the IPCC (2007) general circulation climate models - Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics.
Nel paper c’è una figura particolarmente interessante, quella cioè che mette in comparazione il suo modello di ricostruzione e previsione delle dinamiche delle temperature medie superficiali globali (basato su armoniche che ricostruiscono il forcing solare e planetario) con i modelli climatici impiegati dall’IPCC, allo scopo di confrontarne la performance rispetto al trend più recente delle osservazioni.
Per widget si intende uno di quei tool che compaiono generalmente in home page con contenuti auto-aggiornanti. Ciò significa che si tratta di contenuti ad elevata visibilità. Non stupisce quindi che la previsione/comparazione di Scafetta in quanto resa così visibile sia stata oggetto di approfondita discussione. Sicché Scafetta ha deciso di pubblicare un post, sempre su WUWT, in cui spiega e chiarisce alcuni aspetti della sua ricerca, ribattendo nell’occasione ad altrettanto numerose critiche giunte puntualmente dai soliti noti.
Tuttavia non è specificatamente di questo che vorrei parlarvi quanto piuttosto vorrei mostrarvi un’altra immagine che viene sempre da quel post e, prima ancora, dall’ultimo lavoro di Scafetta:
I contenuti, in termini di matrici di dati, sono sempre gli stessi, cioè la ricostruzione/previsione di Scafetta e i modelli climatici impiegati dall’IPCC. Si tratta di un’analisi statistica della performance rispetto alle osservazioni di questi due diversi approcci. Quanto più la matrice si avvicina allo zero, tanto più è in accordo con le osservazioni; valori superiori a 1 indicano una divergenza dalle osservazioni statisticamente significativa. Due gli elementi importanti:
- La previsione di Scafetta (in blu) rispetta i canoni di confidenza statistica necessari a ritenere la ricostruzione/proiezione abbastanza buona (questa non è comunque garanzia di attendibilità nel prossimo futuro, lo dirà il tempo piuttosto), tuttavia dal momento che l’autore è sempre Scafetta, forse non si dovrebbe chiedere all’oste se il vino è buono.
- Molto più importante è a mio parere l’andamento della curva rossa, relativa alla performance dei modelli IPCC. Dapprima una ottima performance, poi la debàcle a partire dal 2006. Perché? Forse perché alla pubblicazione del 4AR erano disponibili dati osservati fino al 2005 e quindi è con quelli che è stata tarata la previsione grazie ad operazioni di tuning? E quindi, la pessima prestazione dal 2006 in avanti non è una inequivocabile dimostrazione che questi modelli non sono concettualmente in grado di ricostruire il trend delle temperature nel breve-medio periodo perché sovrastimano clamorosamente il riscaldamento?
Come fa notare Leif Svaalgard, che ha sollevato pesanti critiche al lavoro di Scafetta, dimostrare che i modelli IPCC sono in errore non implica affatto che il proprio approccio sia corretto. Vero, assolutamente vero. Con la differenza però che la previsione di Scafetta per ora tiene, e nessuno pretende di costruirci su le policy energetiche, climatiche e ambientali dei prossimi cento anni. Quella dell’IPCC è andata lunga alla prima curva, e nonostante ciò è il punto di riferimento delle suddette policy. C’è qualcosa che non funziona.
Un’altra considerazione, con la quale forse riuscirò nell’impresa di ricevere critiche sia da sostenitori che da scettici sull’AGW: il modello di Scafetta include una parte dovuta all’effetto serra antropogenico, anche se in misura molto minore rispetto all’AGW sostenuta dall’IPCC. In questo senso, non lo ritengo un lavoro contrario a una qualche politica di riduzione CO2. Anzi, mentre a dar retta a qualche teoria pro AGW pare che ormai siamo fuori tempo massimo, dando per buono il lavoro di Scafetta potremmo giungere alla conclusione che siamo in tempo per attrezzarci, magari migliorando le tecnologie a disposizione. Solo che molti sostenitori pro AGW sono talmente timorosi di ogni critica al modello IPCC, che non colgono questo aspetto della questione.
Fonte http://www.climatemonitor.it/?p=24169
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