Monitoraggio eventi meteo
Il flusso SCIROCCALE dallo Ionio crea forti temporali e NUBIFRAGI fra catanese e messinese
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- Pubblicato 05 Novembre 2014
- Scritto da Daniele Ingemi
In queste ore una intensa ondata di maltempo sta funestando diverse aree, fra il catanese e il messinese ionico, dove notiamo lo sviluppo di un sistema temporalesco a mesoscala, in continua rigenerazione fra il versante orientale dell’Etna, i Peloritani e il massiccio dell’Aspromonte.
Da ore, infatti, piogge, rovesci e forti temporali stanno martellando i comuni della costa catanese settentrionale e quelli del messinese ionico, dove purtroppo vengono segnalate le prime criticità al territorio, a seguito dell’ingrossamento dei rispettivi torrenti e degli smottamenti, indotti dalle piogge battenti insistenti.
La risalita dei sostenuti venti di scirocco, associati all’ intenso “gradiente barico orizzontale” (differenza di pressione) che si è venuto a creare fra l’anticiclone di blocco in azione con massimi di 1031 hpa fra il mar Nero e il Caucaso, e la profonda saccatura affondata sul bacino centrale del Mediterraneo, sta contribuendo ad esaltare la fenomenologia, rendendola stazionaria fra il catanese, e il versante orientale di Etna e monti Peloritani. La situazione più critica si riscontra nella zona fra Catania e Acireale, dove in mattinata si è verificato un nubifragio molto intenso che ha causato l'allagamento di molte strade.
In sostanza, l’interazione dell’umido flusso da SE, carico di umidità assorbita durante il passaggio sopra lo Ionio, contro l’Etna e i Peloritani, costringe l’aria calda e molto umida a salire bruscamente di quota, fino ad altezze piuttosto elevate. Questa salendo molto velocemente ad una certa quota tende a raffreddarsi condensandosi (raggiungendo il punto di saturazione) in imponenti nuvolosi scuri, in continua rigenerazione sul versante orientale dell’Etna e dei Peloritani, e pronti in seguito a dare la stura a piogge e a forti rovesci a sfogo temporalesco.
Parliamo di precipitazioni davvero significative, capaci di innescare rapide onde di piena lungo le principali fiumare della zona ionica (con tempi di corrivazione rapidissimi). La presenza in quota di una importante anomalia della tropopausa, localizzata all’interno del ramo ascendente della saccatura, contribuisce ad esaltare questi moti ascendenti, alimentando una forte attività temporalesca che rimarrà in vita fin quando tutte queste dinamiche appena citate non vengono meno.
Un altro aspetto da considerare riguarda anche la provenienza di questo flusso sciroccale, la cui origine eccezionalmente meridionale, contribuisce ad esaltarne i carichi precipitativi. A seguito dell’affondo della saccatura fino all’entroterra desertico algerino, la stessa, lungo il suo ramo ascendente, è stata in grado di risucchiare masse d’aria calde sub-tropicali continentali, direttamente dalle aree desertiche dell’Algeria orientale e del Fezzan (sud della Libia). A causa di questa sua origine cosi meridionale essa riuscirà a raggiungere lo Ionio mantenendo una notevole quantità di calore, e quindi anche una maggiore capacità di assorbimento dell’umidità dal mare (in base alla legge del rapporto di mescolanza).
Ciò vuol dire che questo flusso sciroccale, scorrendo su un mare ancora caldo come lo Ionio, presenta tutte le potenzialità per raccogliere ingentissimi quantitativi di vapore acqueo, pronti ad essere scaricati sotto forma di forti temporali e veri e propri nubifragi al primo ostacolo orografico incontrato sul suo cammino, come l’Etna, l’Aspromonte e i Peloritani. Maltempo che domani in Sicilia subirà un ulteriore "recrudescenza", con nuovi intensi temporali, per l'avvicinamento di una depressione che si isolerà nelle prossime ore nell'area sottovento alla Catena dell'Atlante algerino orientale, a seguito del "forcing" orografico esercitato da quest'ultimo nei confronti del flusso pre-frontale (sub-tropicale continentale) che risale il ramo ascendente della saccatura, dall'Algeria orientale verso il Mediterraneo.
Daniele Ingemi
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