Analisi & Monitoraggio Teleconnessioni
Il flusso d'aria fredda dall'Europa orientale non sfonderà ad Occidente, ma torneranno le perturbazioni
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- Pubblicato 29 Dicembre 2015
- Scritto da Paolo Lui
I modelli meteorologici prevedono che l'aria fredda si espanderà verso ovest dalla Siberia, verso l'Europa dell'Est. Per il momento la componente dell'aria in tutta l'Europa occidentale si prevede, a breve termine, almeno, inibire il flusso orientale d'aria molto più fredda dall'Europa orientale.
Quanto di questa aria fredda raggiungerà l'Europa occidentale dipenderà da quanto le anomalie positive di altezza geopotenziale si costituiranno verso la Groenlandia. Allo stesso modo, l'aumento di pressione / altezza di geopotenziali (vedi "Cenni di Meteorologia") in tutta l'America Nord occidentale comporterà l'approfondimento del flusso perturbato tra il Nord America orientale e una tendenza al raffreddamento delle temperature per gli Stati Uniti orientali. Un forte impulso di trasferimento di energia dalla troposfera alla stratosfera si è appena concluso durante il fine settimana, e ha perturbato il vortice polare, contribuendo ad avviare il raffreddamento attraverso le medie latitudini. I modelli prevedono un secondo impulso durante la prima settimana di gennaio. Questo continuerà a disturbare il vortice polare ulteriormente.
Nelle immagini che alleghiamo di seguito, riguardanti le anomalie nelle altezze di geopotenziale a 1500 metri di quota del periodo corrente, le anomalie positive (Alta pressione) persistono per tutta l'europa, riflesso del continuo stato positivo dell'AO (oscillazione artica), ma si evince un cambio di rotta:
Attualmente la AO (oscillazione polare) rimane positiva con sistemi di bassa pressione che dominano le alte latitudini, in particolare nel centro artico e il lato settentrionale dell'Artico, e alta pressione attraverso le medie latitudini. Con l'AO previsto a diventare sempre più negativo nel corso delle prossimi due settimane, l'aria fredda si prevede diventare più espansiva soprattutto in tutta l'Eurasia. L'aria fredda in Siberia si diffonderà verso ovest, verso l'Europa dell'Est, e a est verso l'Asia orientale. Allo stesso modo l'aria fredda in Nord America occidentale dovrebbe diffondersi verso est, verso gli Stati Uniti orientali.
Anche le anomalie delle temperature superficiali previste dai modelli, in serie da ora fino al 12 gennaio 2016, ribadiscono che il settore europeo avrà si un ridimensionamento delle anomalie positive, ma l'aria più fredda rimarrà prevalentemente ad est:
Tuttavia, con l'aria fredda radicata in tutta la Siberia occidentale e orientale, l'Europa occidentale sarà sempre più vulnerabile a discese di aria artica. l'AO è prevista virare in territorio negativo e la North Atlantic Oscillation (NAO) è prevista neutra (vedi lista teleconnessioni aggiornate), questo è il motivo per cui la costruzione delle altezze di geopotenziale vicino alla Groenlandia in questo peiodo farà solo un timido tentativo. Se le altezze di geopotenziale (alta pressione) si formeranno in modo deciso nel lungo periodo sulla Groenlandia, e la NAO andrà in territorio decisamente negativo, il flusso di aria molto più fredda conquisterà in maniera decisa anche l'Europa occidentale (è un pò la chiave dei prossimi 10 giorni, come manovre sullo scacchiere barico).
Nella figura sotto: (a) la previsione media a 500 MB (1500 metri) delle altezze di geopotenziale, e le anomalie di altezza di geopotenziale stesse attraverso l'emisfero settentrionale dal 3-7 gennaio 2016. (b) Come (a), tranne che la media è riferita al periodo 8-12 gennaio 2016:
Il flusso in senso antiorario attorno al vortice polare stratosferico (raffigurato nella figura soottostante) si traduce in un aumento del flusso polare dalla Siberia al Nord America orientale e la tendenza al raffreddamento previsto attraverso gli Stati Uniti orientali. In seguito la circolazione dell'aria a valle verso l'Europa sarà, e confermiamo, un flusso marittimo mite ma probabilmente perturbato in Europa.
Di seguito l'osservazione quotidiana dell'altezza delle anomalie di geopotenziale sulla calotta polare (cioè la parte media geopotenziale delle altezze verso i poli al 60 ° N, chiaramente in blu vortice polare compatto, in rosso intrusioni di aria calda che possono destabilizzarlo), che sono da osservare per individuare i possibili inneschi nel trasporto di aria fredda verso l'Europa occidentale:
Un probabile contributo alla dinamica di raffreddamento in corso in tutto il sud-est del Canada e gli Stati Uniti orientali, è stato il forte impulso di trasferimento verticale di energia dalla troposfera alla stratosfera o flusso di attività delle onde verticale (WAFz) la scorsa settimana. Anche se ha portato solo un modesto disturbo del vortice polare, ha avviato un allungamento del vortice polare che è previsto continuare.
Nello scorso aggiornamento era previsto che il vortice polare stratosferico sarebbe stato disturbato a gennaio, e ora viene predetto dai modelli meteorologici. E come abbiamo discusso, il modello di vortice polare prevede un evento ancora più grande la seconda settimana di gennaio. Ora il modello prevede ancora più disturbi del vortice polare oltre la seconda settimana di gennaio. Come discusso sopra la circolazione atmosferica prevista è quasi ottimale per il trasferimento verticale di energia dalla troposfera alla stratosfera (vedi funzionamento) , il che provoca l'indebolimento del vortice polare. Se il modello di circolazione atmosferica prevista è corretta, questo dovrebbe essere sufficiente a forzare un improvviso riscaldamento stratosferico (SSW) che inizierà verso metà gennaio, aumentando la probabilità di condizioni climatiche invernali rigide attraverso i continenti dell'emisfero settentrionale.
Il Manto nevoso stagionale ha ripreso la sua marcia in Nord America ed è vicino al valore dello scorso anno e nei pressi della media decennale. Al contrario, il manto nevoso Euroasiatico, come previsto, ha avuto una battita d'arresto ulteriore, soprattutto in tutta l'Europa orientale e il sud-ovest della Russia, dove le temperature sono state ben al di sopra normale, e quindi il raggiungimento di un basso tasso decennale. Tuttavia, ci aspettiamo che il manto nevoso aumenterà in entrambi i continenti.
PS: Vi ricordate quando vi parlammo della connessione autunno e inverno con EL NINO? Giunti a questo punto possiamo confermare i dubbi esposti allora sui proclami di inverni freddi basati sullla pura statistica usciti 2 mesi fa...
Autore Judah Cohen, Ph.D., dal centro AER.
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