Analisi Meteorologica
Lo zampino della stratosfera nel FREDDO di fine mese
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- Pubblicato 26 Gennaio 2015
- Scritto da Luca Angelini
In un articolo di alcuni giorni fa, avevamo dato i primi accenni riguardo una particolare evoluzione cui stava andando incontro la stratosfera polare. Perchè la stratosfera?
Essenzialmente perchè la notevole stabilità della circolazione stratosferica, non costretta a subire deviazioni e rimaneggiamenti da parte delle asperità topografiche, ma anche per le caratteristiche fisiche che la contraddistinguono, riescono a fornirci in quadro prognostico che, nel medio e lungo termine, offre maggiori garanzie di predicibilità.
E supporto a questo metodo di indagine ci viene oggi dall’aggancio da parte delle code dei modelli deterministici, tutti allineati secondo un finale di gennaio complessivamente freddo e a tratti anche perturbato, sul disegno di quanto, proprio 10 giorni fa, avevamo posto come linea di tendenza più probabile per la fine del mese. Ma cosa sta accadendo dunque in stratosfera?
Tecnicamente va delineandosi quello che in gergo è noto come “displacement”, ovvero una fuoriuscita del Vortice Polare Stratosferico dall’asse del Polo Nord geografico. In altre parole, come potete intuire dalla figura allegata. il vortice polare nel corso della settimana presenterà una struttura baroclina, che può essere immaginata su una sezione verticale, come un cono inclinato su un lato, quello europeo.
Va da sè che un tale disegno è avvezzo a trasportare nuclei di vorticità, quindi potenziali situazioni di maltempo, inseriti in uncontesto squisitamente invernale.
Come avrete notato, non compaiono ipotesi estreme, perchè in stratosfera non si va compiendo alcun evento estremo. Diffidate pertanto di chiunque perseveri da mesi nel portare avanti tesi di gelo estremo per l’Italia, rimandando l’evento di volta in volta sino all’eventuale buon fine. In questo caso ci aspetta nel concreto un finale di gennaio e un inizio di febbraio improntati, come detto, ad una spiccata dinamicità invernale, comprendendo con questo anche fenomeni nevosi a bassa quota, o addirittura di pianura su alcuni settori del nord, pur in un contesto che può essere ascritto tranquillamente alla normalità climatica del nostro Paese.
Il punto di aggancio nei bassi strati è già ben visibile nella mappa del tempo al suolo (vedi miniatura in alto a sinistra). La perturbazione contrassegnata con il numero 3 è quella che introdurrà questa fase di freddo invernale sul nostro Paese.
Luca Angelini
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