Analisi Meteorologica
ARIA POLARE MARITTIMA si spinge fin verso l'Italia: il GELO, però, è tutt'altra cosa cari e presunti 'esperti'!
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- Pubblicato 07 Dicembre 2014
- Scritto da Angelo Ruggieri
Gli effetti residui della perturbazione n.1 del mese di dicembre interessano ancora le estreme regioni Meridionali e parte di quelle Centrali, come è possibile osservare dal fermo immagine satellitare.
Ma per per un primo assaggio di inverno bisognerà attendere le giornate di martedì 9 e mercoledì 10 quando ci aspettiamo l'ingresso della perturbazione n.3 di dicembre. Tutto ciò a causa (o per merito) dell'irruzione di Aria Polare Marittima in sede mediterranea 'stuzzicata' dal movimento anomalo dell’Anticiclone delle Azzorre verso le Isole Britanniche.
Il suo ingresso favorirà una ciclogenesi sul Golfo Ligure che, nel suo lento movimento verso sud, potrebbe incoraggiare una rapida fase di maltempo, specie sulle regioni Centro-Meridionali, oltre ad un deciso calo termico. Ma ATTENZIONE: a scanso di equivoci è bene chiarire che Aria Polare Marittima non è sinonimo (almeno sul nostro Paese) di GELO e NEVE. I primi effetti del passaggio del fronte freddo si avvertiranno già dal pomeriggio/sera di Lunedì 8 quando nubi e fenomeni interesseranno dapprima i settori Alpini occidentali, basso Piemonte e Lombardia, Val Padana, Liguria, Toscana ed Emilia centro-occidentale.
La neve potrebbe cadere su centro-ovest Alpi oltre i 5-600 metri, a quote leggermente superiori su Alpi e Prealpi venete e sull'Appennino settentrionale.
Nel corso della giornata di martedì 9 il movimento verso sud del minimo depressionario tenderà a richiamare aria via via più fredda anche sulle regioni Centro-Meridionali, mentre alla quota isobarica di 850 hPa (circa 1500 metri) le temperature potrebbero raggiungere (stando all’ultimo aggiornamento deterministico del modello americano GFS) valori compresi fra i -2 ed i -4°C. Ciò nonostante, affinchè codesta massa d’aria riesca a “rovesciare” al suolo il freddo, particolare importanza rivestiranno le precipitazioni: ove presenti, infatti, gli effetti del calo termico saranno più incisivi favorendo, quindi, fenomeni nevosi fin verso quote medio-alte anche sull'Appennino centrale.
Tra martedì 9 e mercoledì 10, appunto, le correnti settentrionali, oltre a determinare un significativo calo termico, renderanno l’atmosfera piuttosto instabile sulle regioni del medio-basso Adriatico ed al Sud ove scivolerà della nuvolosità cumuliforme che favorirà residui rovesci occasionali, pronti a bagnare le coste dell’Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia.
Angelo Ruggieri
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