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L'episodio gelido del maggio 1957: dati e dettagli!!!
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- Categoria: Meteo Storia Italia: eventi meteo rimasti negli annali
- Pubblicato 28 Aprile 2012
- Scritto da Vincenzo Ficco
La primavera del 1957 trascorse calda e piovosa; clima ideale per la fioritura e la crescita delle piante. Gli agricoltori italiani dopo le grandi fatiche vedevano le piante in ottima salute nei primi di maggio fiduciosi che la raccolta sarebbe stata fruttuosa e abbondante. Nessuno si sarebbe immaginato da li a poco della grande tragedia che stava per abbattersi sull'Italia con il gelo pronto a invadere il nostro Paese. Il 5 maggio del 1957 una possente goccia fredda scese dalle latitudini artiche verso il bacino centrale del Mediterraneo.
L'Anticiclone delle Azzorre si dispose in posizione di blocco, trovando tra l'altro un forte alleato nell'Anticiclone russo-siberiano formando il famoso ponte di Weijkoff. Geopontenziali notevoli con la -35 a 500 hPa sulle Alpi e la -30 che avvolse tutto il Centro. Bassi anche i valori a 850 hPa con la 0 che arrivò fino in Sicilia. L'aria fredda si riversò sull'Italia dalla Valle del Rodano e successivamente con la traslazione verso est della depressione venutasi a creare dalla porta di Bora.
Le temperature sull'Italia toccarono valori sotto lo zero in Pianura Padana e nelle zone interne appenniniche del Centro-Sud. A Pian Rosà si raggiunsero i -22,4°C ancora tutt'oggi record italiano per il mese di maggio.
La neve cadde sopra i 400 mt al Centro-Sud. Imbiancati i Castelli Romani, Potenza e molte località abruzzesi. Le gelate accompagnate da forti venti di tramontana stroncarono l'agricoltura in quell'anno con perdite sino al 70-80% del prodotto agricolo nazionale.
"Nei campi si era posata la brina come in gennaio, in collina tutti i germogli di uva ed olivo si erano gelati, mentre sul piano le coltivazioni di grano e foraggio sembravano distese di aghi di ghiaccio.A metà giornata il vento portò via del tutto le nuvole, lasciando scoperte intorno le punte dei monti imbiancate di neve (…). Il vento e la bufera avevano schiacciato le coltivazioni, creando enormi chiazze calpestate, come se un gigante si fosse divertito a fare le capriole sui campi, mentre i teneri grappolini di uva appena germogliati, ora scaldati dal sole, apparivano scuri ed ammosciati, come cotti. L’effetto del gelo era stato terribile." Il brano è tratto dal libro di Rina Gatti "Stanze vuote addio".
Di seguito le mappe di GFS nell'ordine dal 5 all'8 maggio 1957 con i valori a 500 e 850 hPa
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