L'angolo del direttore
Quanta neve su Roma? Per ECMWF nulla, poca per GFS, modesta per WRF NMM
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- Pubblicato 09 Febbraio 2012
- Scritto da Luciano Serangeli
Alla vigilia del nuovo irrompere di una massa d’aria d’origine artico continentale sul nostro Paese, tiene desta l’attenzione la situazione più scoppiettante dal punto di vista delle polemiche, che come un tormentone ha scandito la cronaca dello scorso fine ed inizio di settimana.
Facciamo riferimento alla diatriba sorta tra il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli.
In virtù della pregressa tragicomica vicenda, sfociata in richiesta di interrogazioni parlamentari e di aperture di inchiesta da parte della Procura della Repubblica, stavolta si sono tenute riunioni congiunte tra gli organi municipali e quelli della Protezione Civile, in cui sono state individuate condizioni di allerta meteo, tali da portare all’emissione di ordinanze comunali che impongono la chiusura delle scuole e degli uffici pubblici, nonché l’obbligo per gli automobilisti romani di circolare solo se regolarmente muniti di catene a bordo o con pneumatici da neve.
Ma vediamo a tale riguardo cosa prevedono le ultime emissioni modellistiche dei principali centri di calcolo mondiale, al riguardo degli accumuli nevosi previsti nella Capitale per i giorni a venire, tenendo conto e questo va rimarcato ogni volta con decisione, che nella meteorologia attuale non vi è alcuna certezza scientifica sull’effettiva quantità degli accumuli precipitativi al suolo, ne tantomeno sull’orario iniziale e finale in cui i fenomeni si verificheranno.
Tutto ciò che viene mostrato dall’elaborazione grafica ( mappe del tempo ) dei dati fisico-matematici, è passibile fino all’ultimo istante di sostanziali variazioni, dovute alla repentina variazione dei parametri fisici che determinano le precipitazioni, come temperatura, umidità, pressione, vento, convezione, nonché da fattori orografici locali che possono deviare il flusso principale delle stesse, a seconda della direzione di provenienza, nonché di quella di destinazione.
Tragica testimonianza ne è l’alluvione del 2009 dei territori in provincia di Messina, che determinò la morte di 37 persone. In quel caso le violente precipitazioni convettive responsabili della sciagura, erano state previste appena 12 ore prima sulla provincia di Roma.
Facciamo riferimento dunque ai LAM, ovvero ai local atmospheric model, di tipo non idrostatico, emessi da tre dei principali centri previsionali mondiali, quali l’americano GFS ( global forecast system ), l’europeo ECMWF ( european centre for medium range weather forecasts )e ancora l’americano WRF-NMM ( weather research and forecasting- nonhydrostatic mesoscale model ).
Tali modelli a griglia territoriale ridotta, sono allo stato attuale i più idonei a interpretare e prevedere le condizioni atmosferiche a scala regionale o locale, differenziandosi dai GM, ovvero dai Global Model, che agendo su una griglia territoriale assai più ampia, tendono ad avere maggiori imprecisioni nel localizzare con esattezza le zone geografiche in cui si verificheranno i fenomeni atmosferici.
Iniziamo con ECMWF e vediamo come alla mezzanotte di sabato 11 febbraio 2012, non sia previsto alcun accumulo nevoso su Roma.
Proseguiamo con GFS e vediamo accumuli nevosi previsti nell’ordine dei 3-5 cm alle 12 dell’11 febbraio 2012.
E finiamo con WRF NMM che prevede un accumulo massimo di 10/15 cm di neve alle 06 dell’11 febbraio 2012.
Chi tra i tre centri previsionali meteorologici avrà meglio inquadrato la situazione nivometrica, sarà solo la cronaca successiva all’evento a poterlo testimoniare.
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