Monitoraggio eventi meteo
Gelo SIDERALE e abbondanti nevicate sulla Siberia centrale, TIMIDA apparizione dell'anticiclone termico
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- Pubblicato 26 Novembre 2014
- Scritto da Daniele Ingemi
Oltre al gelo, divenuto ormai siderale in buona parte del comparto siberiano centro-occidentale, l’affondo del “lobo siberiano” del vortice polare, fra la penisola di Jamal e il bassopiano della Siberia occidentale, sta dando luogo anche a nevicate piuttosto abbondanti.
In questi ultimi giorni sull’altopiano della Siberia centrale, propri lì dove si è posizionato il polo del grande gelo siberiano, con temperature scese fin sotto il fatidico muro dei primi -50°C, si sono verificate persistenti nevicate che hanno depositato accumuli di oltre il mezzo metro di altezza, ma con punte di oltre 2.0 metri di neve fresca sulle aree montuose di questo.
Difatti, grazie alla persistenza di questa vasta circolazione depressionaria, a prevalente carattere freddo, non sono mancate le fasi di maltempo, nonostante la presenza nei pressi del suolo di uno strato d’aria gelida, molto stabile, che non fa altro che rinnovare le forti inversioni termiche. Le miti correnti da S-SE e da Sud, che si sono generate lungo il bordo orientale della vasta depressione riempita di aria gelida artica legata al vortice polare, incontrando il “cuscino di aria molto gelida” (“lake cold”) depositato nei bassi strati, sono state costrette da quest’ultimo a sollevarsi verso l’alto, sovrascorrendo sopra lo strato d’aria gelida ormai incollato nei pressi del terreno.
L’interazione fra il mite flusso (pre-frontale) dai quadranti meridionali, in sovrascorrimento sopra questo “cuscino di aria gelida”, stagnante nei pressi del suolo innevato, ha favorito la formazione di una compatta nuvolosità “avvettiva”, composta da altostrati e nembostrati, che ha dato luogo a nevicate diffuse e persistenti tra l’altopiano centrale della Siberia e la penisola di Tajmyr.
Questi abbondanti accumuli di neve in questi giorni stanno contribuendo ad irradiare un intenso “Albedo” che sta facendo sprofondare i termometri al di sotto del muro dei -50°C. Non è un caso se nelle località dove la colonnina di mercurio ha sfondato i -50°C il manto nevoso abbia superato i 60-70 cm di spessore. Al contempo lo strato di aria gelida e molto pesante, vicino al suolo, con uno spessore limitato ai 1000-2000 metri, sedimentandosi nei bassi strati sta incentivando lo sviluppo del famoso anticiclone termico “russo-siberiano”, ossia una vasta zona di alta pressione di origine prettamente fredda, strutturata solo nei bassi strati (1.5-2.0 km).
Figura che già oggi inizia a comparire, seppur timidamente, nelle carte sinottiche, seppur in una forma in parte ibridata, più ad ovest, dalla persistenza del robusto promontorio anticiclonico di blocco strutturato sopra la Russia europea e l’Europa orientale.
Lo stesso promontorio russo che entrando in fase con il "lobo siberiano" favorirà la discesa della prima colata polare continentale sull'est europa, con il conseguente crollo termico e l'avvento delle prime significative nevicate al piano fra Repubbliche Baltiche, Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Polonia, Romania, Ungheria, Serbia e paesi dell'area carpatico-danubiana.
Daniele Ingemi
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