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La CICLOGENESI adriatica si sposta sull'Egeo, forti burrasche da NE si preparano a spazzare il MAR NERO
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- Pubblicato 24 Ottobre 2014
- Scritto da Daniele Ingemi
La ciclogenesi posizionata sull’alto Ionio, alimentata dal costante afflusso di aria fredda d’origine polare marittima, dopo aver prodotto una fase di marcata instabilità sulle regioni adriatiche e al sud, con frequenti rovesci e temporali e il ritorno della prima neve in Appennino sopra i 1600 metri, nel corso del weekend, pur indebolita, tenderà a spostarsi sulla Grecia e sul mar Egeo, dando luogo ad un severo peggioramento.
Nonostante la presenza di un “gradiente barico” al suolo non più significativo, la depressione extratropicale, assieme all’ampia occlusione presente nei bassi strati, spingendosi sul settore settentrionale del mar Egeo, fino a ridosso delle coste della Turchia occidentale, inizierà ad interagire con il robusto promontorio anticiclonico di blocco dinamico, da giorni attestato con i propri massimi al suolo di ben 1039-1040 hpa fra l’Ucraina e il settore più occidentale della Russia europea.
Questa figura anticiclonica, piuttosto strutturata, specialmente nei bassi strati, presenta un asse principale che dalla Bielorussia e dall’est dell’Ucraina si protende fino alla Novaja Zemlja, con il tipico assetto meridiano disteso al traverso della Carelia.
Il contrasto barico con la circolazione depressionaria, in fase di spostamento e successivo colmamento fra il mar Egeo e la Turchia occidentale, tenderà a causare un importante inasprimento del “gradiente barico orizzontale” fra Bulgaria, est della Romania, Moldavia e Ucraina, con un sensibile infittimento delle isobare fra il bordo settentrionale dell’ex ciclogenesi adriatica e il lato più meridionale del promontorio anticiclonico russo-ucraino.
Questo rafforzamento del “gradiente barico orizzontale” favorirà una notevole intensificazione della ventilazione da NE e E-NE che già dalla prossima notte investirà buona parte dell’Ucraina, il sud della Moldavia, l’est della Romania e la Bulgaria, convogliando aria fredda, d’origine polare continentale, che dal sud della Russia europea, tramite il mar d’Azov, si verserà sul mar Nero e sulle coste di Romania e Bulgaria, raggiungendo persino le coste del Bosforo e il mar di Marmara.
Nel corso del pomeriggio e della serata di domani, a causa di ulteriore compressione del “gradiente barico orizzontale” lungo il margine più meridionale della struttura anticiclonica, presente fra l’Ucraina e l’ovest della Russia, indotta dall’ulteriore spinta verso levante dei resti della circolazione depressionaria ex adriatica, ormai ridotta a un semplice “CUT-OFF” attivo nella media troposfera, il flusso nord-orientale in scorrimento alla base meridionale del promontorio anticiclonico subirà una intensa accelerata, dando luogo a venti intensi, prevalentemente da NE e E-NE, che spazzeranno il mar d’Azov, la Crimea, e il settore centro-occidentale del mar Nero, con raffiche che in serata potrebbero lambire la soglia dei 60-70 km/h.
Ma con picchi che localmente, specialmente lungo le coste della Crimea, e lungo il litorale rumeno nei pressi della città di Costanza, potrebbero toccare gli 80 km/h.
Difatti, i massimi di “gradiente”, fra domani e la mattinata di domenica 26 Ottobre, si stabiliranno proprio sul mar Nero, lì dove i venti da E-NE e NE raggiungeranno i picchi massimi di velocità, oltrepassando lo status di burrasca per diverse ore, soprattutto sul settore centro-occidentale, nel tratto compreso fra le coste della Crimea e quelle della Romania, particolarmente esposte alle sfuriate dal quadrante nord-orientale.
Solitamente il bacino del mar Nero può esercitare le sue massime potenzialità in presenza di forti venti orientali che s’innescano sul bordo meridionale di un robusto anticiclone che dalla Russia europea si estende fino all’Atlantico, mentre al contempo una profonda depressione si va ad isolare fra il mar Egeo e il mar di Levante, producendo un intenso “gradiente barico orizzontale” che accelera ulteriormente il flusso orientale, in scorrimento alla base meridionale della struttura anticiclonica (che d’inverno può avere carattere termico).
In questa situazione i forti venti orientali che spazzano il mar Nero, dalle coste russe a quelle rumene, bulgare e turche, possono produrre un “Fetch” significativo, costruendo ondate di “mare vivo” davvero alte, che andandosi a rompere sulle coste di Romania, Bulgaria e Turchia possono essere in grado di arrecare danni ingenti, con notevoli fenomeni di erosione, evidenti soprattutto lungo le coste di Romania e Bulgaria, dove i lungomari di diverse località rivierasche subiscono autentiche devastazioni.
Nell’episodio di domani i venti di burrasca, da E-NE e NE, che spazzeranno il mar Nero solleveranno un moto ondoso davvero “tosto”, con onde di “mare vivo” alte anche più di 2.5 – 3.0 metri che si dirigeranno in direzione delle coste di Romania e Bulgaria, dando luogo a mareggiate di debole intensità.
Marosi particolarmente significativi impatteranno sui litorali della Romania, almeno fino al pomeriggio di domenica. L’intensa ventilazione nord-orientale si dovrebbe attenuare non prima della mattinata di sabato, non appena il “CUT-OFF” a ridosso delle coste turche occidentali non si sarà quasi del tutto diradato, favorendo un allentamento del “gradiente barico orizzontale”, con la conseguente riduzione della ventilazione, che si porterà al di sotto della soglia d’attenzione.
Daniele Ingemi
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