Analisi Meteorologica
Neve e USA, legame difficile da sciogliere
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- Pubblicato 20 Novembre 2014
- Scritto da Emanuele
Ormai da un anno a questa parte gli USA vengono interessati da frequenti ondate di gelo, "storiche" oserei definirle con accumuli nivometrici che in casi come quelli di Buffalo possono essere definiti "eccezionali" .
Il motivo di tale situazione lo abbiamo spiegato più volte e in modo molto accurato nell'articolo facente riferimento al Dipolo Artico, di cui ora posterò solo la parte che spiega questo tipo di situazione sugli USA. ( Vi consiglio la lettura di tale articolo cliccando al lik http://www.meteoportaleitalia.it/didattica/didattica/didattica-figure-atmosferiche/18350-dipolo-artico-l-anomalia-barica-del-vortice-polare-che-inverte-l-interpretazione-dell-arctic-oscillation.html#b)
Si tratta dello scenario meteo-climatico più difficile da spiegare perchè intervengono a determinarlo un gran numero di figure bariche.
Dalla vasta zona gelida di bassa pressione posta sulla Siberia, il flusso artico si dirige ad est verso l'Oceano Pacifico, ad alimentare la Bassa Pressione delle Aleutine.
L'anomala posizione molto settentrionale dell'Anticiclone del Nord Pacifico, che normalmente nella stagione fredda migra invece a latitudini più meridionali verso l'equatore, restringe il campo di estensione della Bassa Pressione delle Aleutine, impedendole di pescare nelle acque più miti del medio Pacifico.
In queste condizioni, il flusso artico in uscita dalla Siberia Orientale perde pochissima energia fredda e approda alle coste dell'Alaska ancora carico di moltissima aria gelida. Il punto focale dell'intero sviluppo delle dinamiche meteorologiche successive si sviluppa proprio sui territori ghiacciati della freddissima penisola.
Nel suo naturale moto ovest-est, il flusso artico proveniente da Siberia e Mar di Bering, incontra l'invalicabile ostacolo costituito dalla vastissima figura altopressoria dell'Anticiclone Artico, generato dalle condizioni di anomalia del Dipolo Artico.
Una parte del flusso, seguendo la normale rotazione oraria dell'Anticiclone Artico, lo scavalca sul versante settentrionale, per poi attraversare il Mar Glaciale Artico, il Polo Nord, e approdare infine nuovamente in territorio siberiano.
Un secondo ramo del flusso, seguendo anch'esso il normale moto orario delle figure altopressorie, scivola sul bordo settentrionale dell'Anticiclone del Nord Pacifico, ma a differenza del primo si dirige verso sud, insinuandosi nello stretto varco lasciato dalla presenza ad est dell'Anticiclone Artico.
Da questa strozzatura tra i due anticicloni, prende il via un lungo treno di basse pressioni, che scendendo molto più a sud del normale flusso perturbato nordamericano, portano gelo e neve fin sulle zone centro-settentrionali degli stati sudoccidentali statunitensi a clima caldo o caldo-temperato, come Texas, Louisiana, Mississippi, Alabama, Georgia e Florida, mentre feroci venti di blizzard si abbattono sul Midwest e la costa orientale degli Stati Uniti piomba in una situazione quasi siberiana.
Nel paragrafo di introduzione, avevo accennato un accumulo nivometrico a Buffalo superiore ai 150 cm, mentre a pochi Km più in la l'accumulo non supera i 30 cm.
Tutto questo, grazie all'effetto del Lake Effect Snow che per via dello scorrimento di aria Polare sull'aria più mite dei Grandi Laghi da luogo a celle convettive capaci di scaricare grandi quantitativi nevosi in un territorio non troppo vasto.
Nel corso delle prossime ore sono attese delle nuove nevicate, con le temperature che alla quota di 1500 metri di altezza arriveranno a toccare i -16°C/-18°C.
Ma dando uno sguardo al medio/lungo termine (questa carta che potete osservare fa riferimento alle 192 ore ) non si vedono dei cambiamenti, con una nuova ondata di gelo che potrebbe portare ulteriori nevicate nel corso della prossima settimana.
Insomma, la situazione in questo momento sembrerebbe tale e quale a quella dello scorso anno, anche se nel corso dei prossimi mesi qualcosa potrebbe cambiare......ma ne riparleremo.
Emanuele Valeri
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