Analisi Meteorologica
FOCUS sul peggioramento della prossima settimana, si conferma l'ipotesi SCIROCCATA con abbondanti piogge al Nord
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- Pubblicato 30 Ottobre 2014
- Scritto da Daniele Ingemi
L’autunno 2014 sta ricalcando, in falsa riga, lo stesso pattern atmosferico già visto più volte nelle precedenti stagioni autunnali. Ossia una circolazione generale emisferica caratterizzata da frequenti rallentamenti del flusso perturbato principale che scorre alle medie e alte latitudini, con un conseguente indebolimento delle “Westerlies” che agevola lo sviluppo di ampie ondulazioni (“onde di Rossby”) in seno al ramo principale del “getto polare”, che dal Pacifico settentrionale si spinge verso il nord America, il nord Atlantico e l’Eurasia.
Questi sensibili rallentamenti del ramo principale del “getto polare”, lungo le medio-alte latitudini, causano continui blocchi della circolazione atmosferica lungo la fascia temperata, con una conseguente stagnazione degli schemi barici che possono rimanere stabili per intere settimane, se non mesi, contribuendo a stabilire degli impianti circolatori più meridiani, capaci di determinare una persistenza delle anomalie termiche mensili su aree geografiche particolarmente vaste, rendendo le configurazioni barica molto più stabili nel tempo, anche per settimane o mesi.
Anche il nuovo peggioramento, atteso a metà della prossima settimana, sarà originato da un temporaneo rallentamento del ramo principale del “getto polare”, che dall’Atlantico orientale si protende verso l’Europa occidentale, a seguito di un sensibile rialzo dei valori di geopotenziale in quota in pieno Atlantico. Questo temporaneo indebolimento della portata del “getto”, in ingresso sopra i cieli dell’Europa occidentale, causerà una “meridianizzazione” del flusso perturbato principale che scorre sopra l’area euro-atlantica, favorendo l’affondo di una profonda saccatura, alimentata lungo il suo bordo occidentale dalla discesa di aria molto fredda d’estrazione polare marittima, fino al cuore del Mediterraneo centro-occidentale. Nella giornata di mercoledì 5 Novembre questa massa d’aria fredda polare marittima, nel giro di poche ore, verrà spinta molto velocemente dal ramo discendente del “getto polare”, attivo sul bordo occidentale della saccatura, fin sull’entroterra desertico marocchino e algerino, agevolando così, più ad est, la conseguente attivazione di un intenso flusso dai quadranti meridionali, di aria calda, di matrice sub-tropicale continentale, che dall’entroterra desertico libico inizierà a convogliare masse d’aria decisamente più calde sul bordo orientale della saccatura avanzante sul bacino centrale del mar Mediterraneo e l’Italia.
Questo flusso mite sub-tropicale continentale, pronto a subire una significativa “accelerazione” durante l’avvio del processo ciclogenetico (fra Baleari e Sardegna) sottovento all’asse della saccatura, spingerà masse d’aria molto tiepide dall’entroterra desertico del Fezzan, della Tripolitania e della Cirenaica, verso i mari che circondano l’Italia, con una conseguente accentuazione della ventilazione da S-SE e SE. Queste masse d’aria, inizialmente molto calde e secche (visto l’origine desertica), scorrendo sopra le calde acque superficiali del Canale di Sicilia, del Tirreno, dello Ionio e dell’Adriatico, tenderanno ad assorbire un ingente quantitativo di umidità, raggiungendo le regioni settentrionali e le coste tirreniche come aria calda sub-tropicale continentale “marittimizzata”, carica di umidità.
Tutta quest’umidità incamerata dalle masse d’aria sub-tropicali, a contatto con i primi contrafforti montuosi dell’Appennino settentrionale e delle Prealpi occidentali, tenderà a essere scaricata sotto forma di intense e persistenti precipitazioni, che potranno assumere anche carattere di rovescio o temporale nelle aree ubicate sul lato sopravento all’intenso flusso sciroccale (pre-frontale) pronto ad attivarsi lungo il bordo orientale della saccatura. Difatti, i rilievi alpini e appennini, con la loro mole non faranno altro che frenare e costringere l’aria calda e molto umida, proveniente dal Tirreno e dal mar Ligure, a salire in modo molto brusco verso l’alto.
Come un effetto “trampolino”, l’aria calda e umida, impattando sui primi contrafforti montuosi della Liguria e della Toscana settentrionale, tende ad ascendere verso l’alto, andando via via a raffreddarsi man mano che sale di quota. Salendo ad una certa quota l’umidità contenuta in seno alla massa d’aria sub-tropicale viene condensata in imponenti annuvolamenti cumuliformi, i quali salendo sempre più vengono “intercettati” dai forti venti da SO, dominanti nella media e alta troposfera. Questi, toccando la parte sommitali di queste imponenti annuvolamenti cumuliformi che fioriscono sopra il crinale appenninico, contribuiscono a piegare le incudini ghiacciate in direzione delle regioni settentrionali, dove si verificheranno precipitazioni piuttosto diffuse e persistenti.
In questa situazione, visto l’enorme mole di energia termica in gioco, non è da escludere anche lo sviluppo di fenomeni temporaleschi anche di forte intensità, specie nelle aree pedemontane della Liguria e dell’alta Toscana, che verranno riforniti di continuo di masse d’aria calde, molto umide e instabili, provenienti dal Tirreno e dal mar Ligure.
Ancora mancano tante ore all’evento, ma se i modelli matematici confermeranno tale linea di tendenza buona parte delle regioni settentrionali e i settori tirrenici potrebbero sperimentare una fase di maltempo davvero acuta, con piogge, rovesci e temporali diffusi, coadiuvati da intensi venti di scirocco che potrebbero superare la soglia d’attenzione, raggiungendo l’intensità di burrasca (una vera e propria sciroccata) fra Tirreno e mar Ionio, con conseguenti mareggiate sui tratti costieri aperti ai flussi del secondo quadrante.
Daniele Ingemi
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