Analisi Meteorologica
GELIDI scenari invernali all'orizzonte; primi importanti cambiamenti in arrivo? DETTAGLI
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- Pubblicato 26 Dicembre 2013
- Scritto da Rinaldo Cilli
In questa breve analisi vi mostreremo essenzialmente le interessantissime emissioni modellistiche serali di GFS e ECMWF, che continuano a calcare la mano su un possibile, deciso cambiamento della configurazione sinottica nel lungo termine.
Già da alcuni giorni infatti l'europeo e l'americano sono concordi nel mostrare gelidi scenari invernali su parte dell'Europa settentrionale ed orientale. Stiamo ovviamente parlando di lungo termine e il tutto va ovviamente preso con la massima cautela del caso.
Attualmente, è ormai evidente a tutti, stiamo vivendo una fase meteorologica dominata da un VP ancora estremamente compatto alle alte latitudini. Continua inftti a mantenere viva una circolazione depressionaria nord-atlantivca davvero molto, molto violenta, come ben rappresentato e confermato (soprattutto) dalla grande attitività del vortice islandese.
Anche nei prossimi giorni (e almeno fino all'inizio del nuovo anno) la situazione non subirà importanti cambiamenti, con continui via vai perturbati tra le medio-alte latitudini e piogge diffuse che riusciranno a lambire anche parte della nostra Penisola, pur se con temperature tutto sommato normali per questo periodo e di certo non gelide.
Il cambiamento infatti potrebbe manifestarsi poco prima della metà di Gennaio; ciò che balza più all'occhio è fondamentalmente il disturbi operato dall'anticiclone delle Azzorre e da quello delle Aleutine al Vortice Polare troposferico, che potrebbe così risultare maggiormente vulnerabile a marcate ondulazioni meridionali.
Scenario questo ben rappresentato soprattutto dal modello GFS, che propone una spinta dell'alta pressione azzorriana verso nord/nord-est e una forte saccatura d'aria molto fredda in spinta verso l'Europa centro-orientale e parte di quella meridionale.
L'europeo invece propende per un cambiamento ancora più sostanziale e che vede l'avvicinarsi notevole dell'alta pressione russo-siberiana verso la Scandinavia e l'est Europa, con successiva retrogressione di un gelido nucleo artico proveniente dalle steppe russe. Ovviamente è presto per parlare di un coinvolgimento eve ntuale dell'Italia, ma le dinamiche si presentano interessanti.
Ciò che quindi emerge da queste accurate analisi modellistiche e teleconnettive (attenzione al crollo dell'indice AO) lasciano presagire che nel lungo termine qualcosa potrebbe davvero cambiare, anche drasticamente. Tra l'altro l'inverno continua latitare su gran parte del comparto, la sensazione è che se si manifesterà questo cambiamento bhè....potrebbe risultare davvero molto, molto importante. Vedremo.
Rinaldo Cilli
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