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AMO, ENSO e PDO. Concetti riassuntivi semplificati
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- Categoria: Didattica ed effetti delle Teleconnessioni o Indici Climatici
- Scritto da Emanuele
Ogni anno arrivati in questo periodo si comincia a discutere delle ipotesi su come potrebbe essere l' imminente stagione invernale, basandosi sullo studio di diversi indici teleconnettivi.
In questo editoriale cercheremo di spiegare tre degli indici climatici più importanti capaci di influenzare le previsioni nel medio/lungo termine. Analizziamo dunque in sequenza:
- ENSO (El Nino Southern Oscillation-El Niño Oscillazione Meridionale), in relazione ai valori positivi o negativi che lo caratterizzano, del Niño o della Niña.
- PDO (Pacific Decadal Oscillation-Oscillazione Pacifica Decadale).
- AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation-Oscillazione multidecadale Atlantica).
ENSO-El Nino Southern Oscillation
Iniziamo con il descrivere per sommi capi il fenomeno della Niña.
Si tratta di un'anomalia negativa delle temperature marine di superficie che interessa l'Oceano Pacifico equatoriale, esattamente al largo delle coste del Sud America, per migliaia di chilometri verso Ovest e fino quasi alle coste dell' Australia e della Nuova Guinea.
Il fenomeno opposto a quello della Niña è il Niño.
Generalmente questi due fattori si alternano nel corso degli anni, ma può capitare che essi possano ripetersi più volte consecutivamente.
Prendiamo come riferimento l'episodio di Niña che si è verificato nel 2010, il quale è stato uno dei più forti degli ultimi anni, insieme a quello del 1975 e quello del 1955, che a sua volta è stato ancora più intenso.
Il grafico mette in mostra la forza di quella Niña.
Basti pensare che dopo il 1955 ci fu un periodo in cui le temperature medie globali tornarono a scendere, il tutto accompagnato da una sequenza di inverni piuttosto rigidi su tutta l'Europa.
L'episodio del 1975, invece può essere considerato come l' ultimo step di quella fase fredda, che ha dato seguentemente l'input per un nuovo rialzo termico medio globale.
PDO-Pacific Decadal Oscillation
Per quanto riguarda la PDO ( Pacific Decadal Oscillation ), essa può essere considerata come una sorta di "dipolo" caldo/freddo che coinvolge le temperature marine di superficie.
La fase calda della PDO (immagine a sinistra), mostra come le anomalie negative delle temperature marine di superficie, si trovino nella porzione centro occidentale dell'Oceano Pacifico, mentre quelle positive a ridosso delle coste più occidentali del Canada e appena al di sotto dell'Alaska.
La fase fredda (immagine a destra), mostra come l'anomalia negativa in questo caso si trovi posizionata ad oriente, proprio a ridosso del Canada e dell'Alaska, mentre quella positiva è posizionata ad Ovest.
Tra la PDO e l'ENSO, esistono però delle grandi differenze:
1) Gli eventi della PDO come dimostrato da diversi studi, possono essere considerati ciclici e possiedono una durata compresa tra i 25 e i 30 anni, mentre quelli dell'indice ENSO una durata compresa tra i 6 e i 36 mesi.
Attenzione:
Prima di introdurre il secondo punto, si tenga presente che quando si parla di fase calda e di fase fredda della PDO, non c'è nessuna relazione in "termini di significato" con la "caratteristica fisica" del fenomeno.
2) Gli effetti della PDO negativa sono assai marcati e diretti nel Nord del Pacifico e nel Nord America, mentre non hanno ripercussioni sulle aree tropicali.
Per quanto riguarda invece l'indice ENSO (riferendoci in questo caso alla fase di Niña), avviene il contrario. I suoi effetti sono maggiori ed immediati nella fascia tropicale e solo in un secondo momento alle latitudini più settentrionali.
Di conseguenza se la PDO si trova in fase negativa, amplifica gli effetti della Niña quando la stessa arriva ad influenzare le zone sopra descritte, accentuandone anche le conseguenze.
In tali frangenti si avrà quindi un rafforzamento del VP, un'intensificazione delle correnti provenienti da occidente e la distensione in contemporanea dell'alta pressione atlantica lungo i paralleli e sul Mediterraneo.
AMO-Atlantic Multidecadal Oscillation
L'indice AMO (Oscillazione Multidecadale Atlantica), monitora l'anomalia complessiva delle temperature marine di superficie, rispetto ad una media decennale/bi-decennale, in una fascia specifica dell'Oceano Atlantico, compresa tra l'Equatore e la Groenlandia.
Un valore positivo dell'AMO, determina un'influenza diretta sul clima dell'Europa e del Nord America, tendendo a prolungare i periodi di siccità, specie nel Nord America stesso. In presenza di un valore negativo dell'AMO, dovrebbero prevalere fasi di tempo atmosferico più dinamico e freddo in inverno, come potenzialmente anche in estate.
Questo valore in particolare tende ad avere una certa influenza sul posizionamento dell'Anticiclone delle Azzorre, specie in assenza di altri fenomeni teleconnettivi particolarmente intensi come possono essere una Niña moderata o forte.
Benchè non risultino ancora chiare le influenze che questo indice climatico comporta a livello sinottico sull'Europa, gli studi finora posti in essere, sembrerebbero aver dimostrato che a fasi negative dell'AMO sono associati periodi freddi sul continente europeo.
Inoltre, durante la fase negativa dell'AMO, si riscontrerebbe una forte correlazione tra quest'ultima e la NAO (North Atlantic Oscillation), indice climatico che, in fase fortemente negativa, favorisce l'insorgenza di possenti "anticicloni di blocco" in Atlantico.
Tali figure di blocco al flusso zonale (circolazione atmosferica mite occidentale, di origine atlantica), favoriscono la discesa di possenti irruzioni fredde, a componente artico-continentale di origine russo-siberiana, lungo il bordo orientale dell'anticiclone di blocco in questione.
Esse, procedendo con moto retrogrado, ovvero da est verso ovest, apportano condizioni di gelo marcato sin sul bacino del Mediterraneo.
A tale proposito leggi anche:
Irruzione fredda di tipo artico-continentale con traiettoria settentrionale
Altre tipologie di “irruzione fredda”
Emanuele Valeri
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